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Bargiornale Dicembre 2002

Considerato come sono cambiate negli ultimi anni le abitudini degli italiani in fatto di consumi fuori casa, riteniamo che le migliori opportunità che possiamo cogliere nel medio e breve periodo possano essere quelle derivanti dai locali di nuova concezione e da quelli di tendenza.

In un momento in cui il consumatore è orientato verso prodotti naturali, da consumare in tempi sempre più ridotti, pensiamo che la nostra CA_puccina risponda alle esigenze di un servizio di caffetteria all 'avanguardia. Infatti può garantire l' offerta di bevande, come caffè filtro, caffè espresso, cappuccino e acqua calda per te e tisane, ottenute con prodotti naturali e in tempi davvero rapidi. E' quindi la soluzione ideale per un barista che voglia soddisfare il maggior numero di clienti nel minor tempo possibile e con un limitato impegno. CA_puccina unisce così la qualità del prodotto al risparmio di tempo e manodopera. Riteniamo, inoltre, che nuove opportunità per la Camurri potranno derivare dalla nuova linea economica, messa a punto per poter entrare in un mercato più vasto rispetto a quello della grande distribuzione e che va dalla ristorazione/catering a quella collettiva in genere. Questa nuova gamma di prodotti sarà presentata alle principali manifestazioni fieristiche del settore: l' Hostelco di Barcellona, il Sia e il Sigep di Rimini. Cioccolatiere, produttori di acqua, riscaldatori di bevande, e percolatori verranno proposti con la qualità che da sempre contraddistingue Camurri ma a prezzi più competitivi.

Clara Camurri (titolare)

 

Bargiornale Dicembre 2002 curiosità

Una recente indagine rileva che in Gran Bretagna si sta diffondendo la moda del caffè espresso italiano. L ' autorevole Finacial Times, sottolinea come il popolo britannico stia sostituendo il te con il caffè che, come hanno dichiarato molti intervistati, è "più profumato e capace di risvegliare molto meglio". Così nel Regno Unito risultano servite in bar e ristoranti più di 6 miliardi di tazze di caffè contro i 5 scarsi di te. La famosa cup of tea, irrinunciabile rito inglese delle cinque del pomeriggio, sta lasciando il posto alla nuova tazza di espresso italiano? I consumatori di te ormai stabili da cinque anni e quelli del caffè in deciso aumento, dicono che la tendenza sta diventando una realtà.

 

Panorama 14 novembre 2002

MISCELE INEDITE LENUOVE VARIETA' DEL CAFFE'

Bianco, libanese o al curry?

Varianti esotiche e contaminazioni sofisticate dell' espresso

L' ultimoin ordine di tempo, ma anche il più curioso, l' ha inventato per la Lavazza lo chef spagnolo Ferran Adrià: un espresso solido dal nome "èspesso" che si presenta sotto forma di una mousse da mangiare col cucchiaino. Ingredienti: un normale caffè, un poco di zucchero e una minima dose di addensante naturale. Servito per ora solo al Caffè San Tommaso di Torino (ma è previsto un lancio in tutta Italia nel giro di pochi mesi) rappresenta un nuovo modo di assaporare la bevanda più amata dagli Italiani, proprio quando il consumo dell' espresso registra qualche calo, sopra tutto fra i giovani. Giusto quelli che attendono con ansia l' ormai imminente sbarco in Italia della catena di Coffe Shop Americana Starbucks, che sta spopolando anche in mezza Europa per la sua variante sul caffè, dal caramel macchiato (espresso con schiuma di latte vaniglia e caramello) al Iced caffè moha (espresso , cacao, latte con ghiaccio), passando per il più noto frapuccino (mix di frappe e cappuccino), il successo delle ultime catene di caffetterie è proprio dovuto ai diversi modi di proporre il solito caffè: dai caffetini, espressi in bicchierino addizionati di creme e aromi come cocco, cioccolato, nocciola, menta, zabaglione al coffee crack (crema di caffè, panna fresca shakerata, granella di cioccolato), fino ai semi cocktail, tipo indiano (caffè Mysore, aroma di cannella e curry, panna fresca) e il messicano(caffè del Chiapas, malto di cioccolato, panna fresca e peperoncino). Non mancano le varianti esotiche come il caffè bianco Libanese con fiori d' arancio , all' azione calmante, oppure il qahua egiziano, aromatizzato con cannella e cardamomo. Oppure basta provare gli insoliti cru proposti da piccole ma sofisticate torrefazioni artigianali: per esempio il caffè delle hawaii Captain Cook di Caffè Capoccetti, dolce e delicato, oppure il caracolillo cubano, con gusto corposo e sentore di cioccolato, del Caffè del Doge. Gli stessi aromi cioè che hanno stregato il mondo della moda da quando li propone in esclusiva per Milano, il Rêve Cafè di via della Spiga.

 

Panorama 2002 Cappuccino, brioche e web

I caffè Starbucks offrono ai clienti connessioni wireles

Presto i clienti dei celebri caffè Americani Starbucks potranno sedere a un tavolino, sorseggiare un macchiato e leggere l' email, chattare o navigare su internet ad alta velocità dal proprio portatile o palmare senza bisogno di collegarsi al telefono. I 1.200 bar negli USA e alcuni di Londra e Berlino saranno trasformati in hot spot, punti caldi per la connessione Wi-Fi a internet. Il servizio lanciato in collaborazione con Hp e T-mobile (la divisione di telefonia mobile di Deutsche Telekom) sarà offerto gratuitamente in prova per 24 ore. Poi si potrà acquistare un singolo accesso a 2 dollari e 55 o abbonarsi a vari prezzi e condizioni. In Italia stanno nascendo iniziative simili. Tra i primi locali hot spot c'è lo storico Bar Olimpia di Trento, seguito quest' estate dal Net Caffè di Lignano Sabbiadoro, dove con 3 euro all' ora si può navigare senza fili.

 

"Donna Moderna" 23 ottobre 2002

Via il dolore con il caffè

Avete mal di denti o mal di testa? Fatevi un espresso doppio: vi aiuta a sopportare meglio il dolore. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori inglesi del Goldsmiths College. Sembra che l' azione anti dolorifica sia dovuta all' aumento della pressione del sangue provocata dal caffè. Gli studiosi hanno però notato che l' effetto benefico funzione solo per le donne. Non si sa la ragione di questa differenza. Ma si ipotizza che gli uomini abbiano una maggiore resistenza al dolore.

 

Da Panorama online 3 maggio 2002
Che il caffè non faccia dormire è quasi un' ovvietà

Eppure, i motivi per cui questo avviene non sono del tutto chiari. Un gruppo di ricerca israeliano, come riferisce il settimanale tedesco Focus, ha fatto un passo avanti nella scoperta dei meccanismi con cui il caffè rende difficile il sonno. Sembra che la bevanda influenzi la produzione di melatonina, l' ormone connesso alla regolazione del ritmo sonno-veglia e che alcune persone assumono per contrastare gli effetti del jet-lag, la sindrome che segue i viaggi transatlantici.


Analisi sulle urine

Ricercatori del Sapir medical center a Tel Aviv hanno misurato nell' urina di alcuni volontari che avevano bevuto caffè normale o decaffeinato le concentrazioni di un sottoprodotto della melatonina. È risultato che i livelli in coloro che avevano bevuto il caffè normale erano circa la metà che in quelli che avevano bevuto caffè decaffeinato. Secondo i ricercatori, la caffeina potrebbe bloccare la produzione di un enzima che stimola ma produzione di melatonina. I livelli di melatonina normalmente cominciano a salire circa due ore prima di andare a dormire.


Per dormire, niente tazzina fin dal pomeriggio

Finora si pensava che l' azione del caffè sull' organismo fosse molto più diretta. «Durante la veglia si accumula adenosina, una sostanza che favorisce l' induzione del sonno. Si è sempre ritenuto che il caffè agisse come antagonista dell' adenosina, favorendo la veglia» spiega Enrica Bonanni, responsabile clinico del Centro di disturbi del sonno della clinica neurologia di Pisa.Ai soggetti particolarmente sensibili gli esperti raccomandano di non prendere caffè già dal primo pomeriggio, se non vogliono passare una notte insonne. Tuttavia, è vero che non a tutti il caffè fa lo stesso effetto. Ci sono persone che considerano una tazzina prima di andare a letto un buon sonnifero. A seconda delle dosi e della sensibilità individuale, le stesse sostanze possono comportarsi come inibitori o invece facilitare il sonno.

 

Da "Panorama" del 22 Novembre 2001

Zuppa di orzo, fagioli e... caffè

Un giovane chef con due stelle Michelino ama sperimentare

Se dovessero invitarvi a prendere un caffè da Massimiliano Alajmo, ventottenne patron delle Calandre (a Rubano, Padova, tel. 049-630303), accettate. Ma attenti alle sorprese: sono le stesse che hanno messo di ottimo umore Ferran Adrià. Dopo un antipasto dove si specchiano gli estremi (tartufo e broccoli, astice ed acciughe), arriva una zuppa mai mangiata prima. Tutto merito del terzo ingrediente, quello che in qualsiasi altro locale vi servirebbero per ultimo: un caffè espresso. La zuppa di orzo e fagioli (due tipi: gli zolfini e i fagioli dell' occhio), è infatti completata da un' espresso della varietà "Indian nugget", nonchè da una spolverata di polvere di caffè che va a braccetto con lamelle di pancetta affumicata. Con questa idea Alajmo, che col fratello Raffaele guida un piccolo impero della gola (ristorante due stelle Michelin, pasticceria, wine-bar e boutique alimentare), ha voluto stravolgere la classica lettura del caffè, non più dolce chiusura, ma amara apertura.

(P.M.)

Dalla rivista "Mixer" Settembre 2001

Il nuovo cappuccinatore automatico

Rancilio è un' azienda italiana di grande tradizione che dagli anni 20 produce macchine per caffè espresso di massimo prestigio e qualità. Dopo molti decenni di costante affermazione, vanta oggi una gamma completa di prodotti all' avanguardia per tecnologia e desingn. Essere una azienda leader per Rancilio significa anche studiare nuove soluzioni per facilitare il lavoro quotidiano del barista. Il nuovo cappuccinatore automatico "c1" ne è un' esempio. Il cappuccino è una delle principali bevande richiesta da una clientela sempre più esigente. L' elemento che contraddistingue un ottimo cappuccino è senza dubbio la crema e la sua buona riuscita dipende dalla qualità dell' latte dalla macchina del caffè e dalla mano del barista. La gestualita del barista è il momento più caratteristico della preparazione del cappuccino. Essa consente, infatti, di creare disegni e decorazioni che rendono più personalizzato il prodotto in tazza. Il nuovo cappuccinatore automatico di Rancilio è pensato in funzione di tutti questi elementi e semplice è anche il suo utilizzo. Il c1 si collega alla lancia vapore della macchina per caffè espresso. E' composto da una lattiera professionale da lt 1,5 che si innesta nella apposita base in acciaio inox ed è dotato di un timer che permette di regolare il ciclo di riscaldamento in base alla temperature e alla qualità desiderata di latte. Diversi sono i vantaggi che l' innovativo c1 offre. Consente di montare il latte per più cappuccini alla volta, un prezioso aiuto per il barista che, nelle ore di punta, potrà offrire alla propria clientela un servizio più veloce ma sempre di alta qualità. Non di secondaria importanza il fatto che questa nuova invenzione, coperta da brevetto Rancilio, unisce l' automaticita della macchina alla manualita dell' operatore. Basta attivare il c1 e il latte viene riscaldato e montato nella lattiera, pronto per essere versato nella tazza. Il risultato è ottimo: una schiuma sempre consistente e cremosa servita conservando la tradizionalita del gesto. Anche le operazioni di pulizia sono semplici e veloci: come una normale lattiera è lavabile in lavastoviglie. Semplice ma estremamente funzionale il concept racchiuso nel nuovo cappuccinatore automatico Rancilio: garantire sempre un ottimo cappuccino all' italiana in tutte le sue molteplici occasioni di consumo.

Da "Il Giornale di Vicenza" Giovedì 19 Luglio 2001

La tazzina di caffè, una miniera che nasconde più di mille sostanze

"Caffè e salute: scienziati a confronto sugli studi più recenti", è stato il tema di un incontro con la stampa mediatica, organizzato a Trieste da Andrea Illy, presidente dell' Asic (Association scientifique internationale du cafè). Dalle oltre mille sostanze presenti nel caffè, la caffeina è senz' altro il composto chimico (1,37 trimetilxantina) più attivo, sopra tutto come stimolante del sistema nervoso centrale. Sull' azione fisiologica di questa sostanza esistono migliaia di studi, con giudizi nel complesso favorevoli. La caffeina, oltre ad essere aggiunta in alcuni prodotti alimentari (bibite gasate), si trova anche nella composizione di molti farmaci da banco (integratori dietetici, analgesici, prodotti per tenere sotto controllo al primo insorgere dell' influenza e del raffreddore). Ma l' apporto maggiore di caffeina all' organismo deriva dal caffè. La quantità presente in questa bevanda di largo consumo varia a seconda della miscela, più o meno "forte". E' risaputo che la varietà robusta contiene più caffeina della varietà arabica. Tutto poi dipende dal numero di tazzine che si bevono nell' arco della giornata. Diversi studi fisiologici concordano nel ritenere che un apporto giornaliero di 250 / 600 mg di caffeina (quantità presente in 1-3 tazze di caffè) non comportano in un soggetto sano alcun disturbo di tipo cardiovascolare. Secondo Astrid Nehlig, docente di neurobiologia umana dell' Università di Strasburgo, dosi moderate di caffeina aprono la mente con effetti positivi (sensazione di benessere, buon umore, maggiore capacità di concentrazione). Più precisamente - spiega la neurobiologa francese - la caffeina agisce bloccando i recettori di adenosina e facilitando il rilancio di neurotrasmettitori che stimolano le cellule celebrali. Queste reazioni biochimiche spiegano anche l' effetto negativo della caffeina sul sonno, tenendo conto che l' adenosinaè una sostanza con proprietà ipnotiche. L' azione della caffeina a livello celebrale ha spinto un gruppo di ricercatori ad associare la sua somministrazione al trattamento classico del morbo di Parkinson con L - dopa. Effettivamente tale abbinamento riduce nel parkinsoniano il tremore. Una ricerca condotta presso la Clinica Mayo del Minnesota ha dimostrato che i consumatori di caffè hanno il 50% di probabilità in meno di ammalarsi di Parkinson rispetto a chi non ne consuma.

Da "Il Corriere della sera"

Eco-sviluppo è un "buon" caffè

Bere un caffè "socialmente responsabile" è un modo per contribuire a una globalizzazione attenta ai diritti umani e all' ambiente. Questo è quello che sostengono i membri Global Exchange, una associazione di San Francisco che si batte per i diritti dell' uomo e che insieme ad altre organizzazioni si è mobilitata per far sì che i grandi distributori di caffè americani offrano il fair trade coffee. Si tratta di caffè prodotto dai piccoli agricoltori del Terzo Mondo e venduto direttamente agli importatori rispettando le regole del "commercio equo", che assicura ai piccoli produttori un prezzo minimo di vendita che possa garantir loro la sopravvivenza. Negli Stati Uniti, lo sforzo è iniziato ufficialmente nel 1999, sull' onda di una compagnia a favore del fair trade coffee in Europa, dove l' organizzazione esiste già da quasi 13 anni. In pratica la Fair Trade Labeling Organization, a cui fanno parte associazioni di 17 Paesi, si occupa di organizzare in cooperative i piccoli agricoltori, per permettergli di vendere il proprio raccolto senza dover passare attraverso gli intermediari che offrono prezzi ridotti all' osso. Attualmente, gli importatori pagano alle 300 cooperative fair trade 1,26 dollari per oncia (circa 450 grammi) e 1,41 dollari per oncia se il caffè è coltivato in maniera organica. Gli agricoltori alla fine guadagnano circa 1,06 dollari per oncia contro i circa 30 centesimi che incassano vendendo attraverso intermediari. Nonostante le critiche di alcuni, che additano la politica di fair trade come pratica di price fixing, l' iniziativa sta raccogliendo approvazioni da più parti negli Stati Uniti. Dal 1999, ben 102 aziende hanno accettato di acquistare parte del proprio caffè dagli importatori certificati con marchio fair trade. Fra gli aderenti ci sono grossi gruppi come Sara Lee Starbucks, la catena di coffe shop che ha invaso le maggiori città degli Stati Uniti e sta iniziando a espandersi anche in Europa. Proprio Starburcks, però, sta soffrendo per la sua scelta, che fra l' altro gli è stata imposta dal rischio di una protesta di massa da parte di gruppi di attivisti che chiedevano a gran voce l' introduzione del fair trade coffee nei sui coffee shop. Il problema è che Starbucks, nonostante il suo tentativo di presentarsi come società simpatizzante per le cause ambientalistiche e per la difesa dei diritti dell' uomo, relega il caffè fair trade alla sola vendita di caffè non macinato e ha offerto questo tipo di caffè nei suoi bar solo una volta nell' arco di nove mesi. Un comportamento che secondo alcuni denota la falsità del proclama dell' azienda di Seattle.

Maria Sturani

Dalla rivista "Mixer" Settembre 2001

Il nuovo cappuccinatore automatico

Rancilio è un' azienda italiana di grande tradizione che dagli anni 20 produce macchine per caffè espresso di massimo prestigio e qualità. Dopo molti decenni di costante affermazione, vanta oggi una gamma completa di prodotti all' avanguardia per tecnologia e design. Essere una azienda leader per Rancilio significa anche studiare nuove soluzioni per facilitare il lavoro quotidiano del barista. Il nuovo cappuccinatore automatico "c1" ne è un' esempio. Il cappuccino è una delle principali bevande richiesta da una clientela sempre più esigente. L' elemento che contraddistingue un ottimo cappuccino è senza dubbio la crema e la sua buona riuscita dipende dalla qualità dell' latte dalla macchina del caffè e dalla mano del barista. La gestualita del barista è il momento più caratteristico della preparazione del cappuccino. Essa consente, infatti, di creare disegni e decorazioni che rendono più personalizzato il prodotto in tazza. Il nuovo cappuccinatore automatico di Rancilio è pensato in funzione di tutti questi elementi e semplice è anche il suo utilizzo. Il c1 si collega alla lancia vapore della macchina per caffè espresso. E' composto da una lattiera professionale da lt 1,5 che si innesta nella apposita base in acciaio inox ed è dotato di un timer che permette di regolare il ciclo di riscaldamento in base alla temperature e alla qualità desiderata di latte. Diversi sono i vantaggi che l' innovativo c1 offre. Consente di montare il latte per più cappuccini alla volta, un prezioso aiuto per il barista che, nelle ore di punta, potrà offrire alla propria clientela un servizio più veloce ma sempre di alta qualità. Non di secondaria importanza il fatto che questa nuova invenzione, coperta da brevetto Rancilio, unisce l' automaticita della macchina alla manualita dell' operatore. Basta attivare il c1 e il latte viene riscaldato e montato nella lattiera, pronto per essere versato nella tazza. Il risultato è ottimo: una schiuma sempre consistente e cremosa servita conservando la tradizzionalità del gesto. Anche le operazioni di pulizia sono semplici e veloci: come una normale lattiera è lavabile in lavastoviglie. Semplice ma estremamente funzionale il concept racchiuso nel nuovo cappuccinatore automatico Rancilio: garantire sempre un ottimo cappuccino all' italiana in tutte le sue molteplici occasioni di consumo.

 

CAFFÈ OK PER IL CUORE E TESTA MA NON IN GRAVIDANZA

Va bene bere la nota bibita nera per evitare problemi alla testa e al cuore. Un po' meno in caso di gravidanza. A dare i pro e i contro del caffè sono sempre gli americani con una ricerca orientata sulla bevanda nera. Ovviamente questa sostanza è assolutamente controindicata in caso di insonnia, ansia e problemi al sistema nervoso in generale. Si ritiene inoltre che questa sostanza determini l' infantilita femminile, favorisce l' osteoporosi ed aumentare i rischi di aborto'. Sempre grazie allo stesso gruppo di ricercatori si è scoperto però che la caffeina è una sostanza più che utile per ridurre il rischio di contrarre il morbo di Parkinson e protegge dal mal di testa e dal cancro al colon.

Per ulteriori notizie consulta Italiasalute.it

NIENTE CONCENTRAZIONE CHI BEVE TROPPO CAFFÈ

Cattive notizie per chi non vive senza caffè. Dosi massicce di caffeina possono rendere una persona così agitata che non riesce a concentrarsi sul lavoro. Lo rivela uno studio britannico, dopo che l' anno scorso un altro studio, commisionato dall' Australian and New Zealand Food Authority, ha scoperto che la nera bevanda altera il comportamento. La prima tazza aiuta le persone a carburare, la seconda aumenta concentrazione e motivazione, ma un consumo esagerato può scatenare un' eccitazione debilitante e attacchi di panico. Conclusioni rinforzate dal recente studio dello psicologo britannico David Lewis, che mette in guardia da una condizione chiamata 'caffeinismo'. I grandi bevitori diventano infatti irrequieti, agitati e incapaci di concentrarsi. ''Alcuni dei soggetti dello studio bevevano davvero troppo: anche 10 tazze di te' o caffè al giorno'', racconta Lewis.

Per ulteriori notizie consulta Italiasalute.it

 

Da "Panorama" del 22 Novembre 2001

Zuppa di orzo, fagioli e... caffè

Un giovane chef con due stelle Michelin ama sperimentare.

Se dovessero invitarvi a prendere un caffè da Massimiliano Alajmo, ventottenne patron delle Calandre (a Rubano, Padova, tel. 049-630303), accettate. Ma attenti alle sorprese: sono le stesse che hanno messo di ottimo umore Ferran Adrià. Dopo un antipasto dove si specchiano gli estremi (tartufo e broccoli, astice ed acciughe), arriva una zuppa mai mangiata prima. Tutto merito del terzo ingrediente, quello che in qualsiasi altro locale vi servirebbero per ultimo: un caffè espresso. La zuppa di orzo e fagioli (due tipi: gli zolfini e i fagioli dell' occhio), è infatti completata da un' espresso della varietà "Indian nugget", nonchè da una spolverata di polvere di caffè che va a braccetto con lamelle di pancetta affumicata. Con questa idea Alajmo, che col fratello Raffaele guida un piccolo impero della gola (ristorante due stelle Michelin, pasticceria, wine-bar e boutique alimentare), ha voluto stravolgere la classica lettura del caffè, non più dolce chiusura, ma amara apertura.

(P.M.)

Dalla rivista "Mixer" Settembre 2001

Il nuovo cappuccinatore automatico

Rancilio è un' azienda italiana di grande tradizione che dagli anni 20 produce macchine per caffè espresso di massimo prestigio e qualità. Dopo molti decenni di costante affermazione, vanta oggi una gamma completa di prodotti all' avanguardia per tecnologia e design. Essere una azienda leader per Rancilio significa anche studiare nuove soluzioni per facilitare il lavoro quotidiano del barista. Il nuovo cappuccinatore automatico "c1" ne è un' esempio. Il cappuccino è una delle principali bevande richiesta da una clientela sempre più esigente. L' elemento che contraddistingue un ottimo cappuccino è senza dubbio la crema e la sua buona riuscita dipende dalla qualità dell' latte dalla macchina del caffè e dalla mano del barista. La gestualita del barista è il momento più caratteristico della preparazione del cappuccino. Essa consente, infatti, di creare disegni e decorazioni che rendono più personalizzato il prodotto in tazza. Il nuovo cappuccinatore automatico di Rancilio è pensato in funzione di tutti questi elementi e semplice è anche il suo utilizzo. Il c1 si collega alla lancia vapore della macchina per caffè espresso. E' composto da una lattiera professionale da lt 1,5 che si innesta nella apposita base in acciaio inox ed è dotato di un timer che permette di regolare il ciclo di riscaldamento in base alla temperature e alla qualità desiderata di latte. Diversi sono i vantaggi che l' innovativo c1 offre. Consente di montare il latte per più cappuccini alla volta, un prezioso aiuto per il barista che, nelle ore di punta, potrà offrire alla propria clientela un servizio più veloce ma sempre di alta qualità. Non di secondaria importanza il fatto che questa nuova invenzione, coperta da brevetto Rancilio, unisce l' automaticita della macchina alla manualita dell' operatore. Basta attivare il c1 e il latte viene riscaldato e montato nella lattiera, pronto per essere versato nella tazza. Il risultato è ottimo: una schiuma sempre consistente e cremosa servita conservando la tradizzionalità del gesto. Anche le operazioni di pulizia sono semplici e veloci: come una normale lattiera è lavabile in lavastoviglie. Semplice ma estremamente funzionale il concetto racchiuso nel nuovo cappuccinatore automatico Rancilio: garantire sempre un ottimo cappuccino all' italiana in tutte le sue molteplici occasioni di consumo.

 

Da "Il Giornale di Vicenza" Giovedì 19 Luglio 2001

La tazzina di caffè, una miniera che nasconde più di mille sostanze

"Caffè e salute: scienziati a confronto sugli studi più recenti", è stato il tema di un incontro con la stampa mediatica, organizzato a Trieste da Andrea Illy, presidente dell' Asic (Association scientifique internationale du cafè). Dalle oltre mille sostanze presenti nel caffè, la caffeina è senz' altro il composto chimico (1,37 trimetilxantina) più attivo, sopra tutto come stimolante del sistema nervoso centrale. Sull' azione fisiologica di questa sostanza esistono migliaia di studi, con giudizi nel complesso favorevoli. La caffeina, oltre ad essere aggiunta in alcuni prodotti alimentari (bibite gasate), si trova anche nella composizione di molti farmaci da banco (integratori dietetici, analgesici, prodotti per tenere sotto controllo al primo insorgere dell' influenza e del raffreddore). Ma l' apporto maggiore di caffeina all' organismo deriva dal caffè. La quantità presente in questa bevanda di largo consumo varia a seconda della miscela, più o meno "forte". E' risaputo che la varietà robusta contiene più caffeina della varietà arabica. Tutto poi dipende dal numero di tazzine che si bevono nell' arco della giornata. Diversi studi fisiologici concordano nel ritenere che un apporto giornaliero di 250 / 600 mg di caffeina (quantità presente in 1-3 tazze di caffè) non comportano in un soggetto sano alcun disturbo di tipo cardiovascolare. Secondo Astrid Nehlig, docente di neurobiologia umana dell' Università di Strasburgo, dosi moderate di caffeina aprono la mente con effetti positivi (sensazione di benessere, buon umore, maggiore capacità di concentrazione). Più precisamente - spiega la neurobiologa francese - la caffeina agisce bloccando i recettori di adenosina e facilitando il rilancio di neurotrasmettitori che stimolano le cellule celebrali. Queste reazioni biochimiche spiegano anche l' effetto negativo della caffeina sul sonno, tenendo conto che l' adenosinaè una sostanza con proprietà ipnotiche. L' azione della caffeina a livello celebrale ha spinto un gruppo di ricercatori ad associare la sua somministrazione al trattamento classico del morbo di Parkinson con L - dopa. Effettivamente tale abbinamento riduce nel parkinsoniano il tremore. Una ricerca condotta presso la Clinica Mayo del Minnesota ha dimostrato che i consumatori di caffè hanno il 50% di probabilità in meno di ammalarsi di Parkinson rispetto a chi non ne consuma.

Da "Il Corriere della sera"

Eco-sviluppo è un "buon" caffè

Bere un caffè "socialmente responsabile" è un modo per contribuire a una globalizzazione attenta ai diritti umani e all' ambiente. Questo è quello che sostengono i membri Global Exchange, una associazione di San Francisco che si batte per i diritti dell' uomo e che insieme ad altre organizzazioni si è mobilitata per far sì che i grandi distributori di caffè americani offrano il fair trade coffee. Si tratta di caffè prodotto dai piccoli agricoltori del Terzo Mondo e venduto direttamente agli importatori rispettando le regole del "commercio equo", che assicura ai piccoli produttori un prezzo minimo di vendita che possa garantirà loro la sopravvivenza. Negli Stati Uniti, lo sforzo è iniziato ufficialmente nel 1999, sull' onda di una compagnia a favore del fair trade coffee in Europa, dove l' organizzazione esiste già da quasi 13 anni. In pratica la Fair Trade Labeling Organization, a cui fanno parte associazioni di 17 Paesi, si occupa di organizzare in cooperative i piccoli agricoltori, per permettergli di vendere il proprio raccolto senza dover passare attraverso gli intermediari che offrono prezzi ridotti all' osso. Attualmente, gli importatori pagano alle 300 cooperative fair trade 1,26 dollari per oncia (circa 450 grammi) e 1,41 dollari per oncia se il caffè è coltivato in maniera organica. Gli agricoltori alla fine guadagnano circa 1,06 dollari per oncia contro i circa 30 centesimi che incassano vendendo attraverso intermediari. Nonostante le critiche di alcuni, che additano la politica di fair trade come pratica di price fixing, l' iniziativa sta raccogliendo approvazioni da più parti negli Stati Uniti. Dal 1999, ben 102 aziende hanno accettato di acquistare parte del proprio caffè dagli importatori certificati con marchio fair trade. Fra gli aderenti ci sono grossi gruppi come Sara Lee Starbucks, la catena di coffe shop che ha invaso le maggiori città degli Stati Uniti e sta iniziando a espandersi anche in Europa. Proprio Starburcks, però, sta soffrendo per la sua scelta, che fra l' altro gli è stata imposta dal rischio di una protesta di massa da parte di gruppi di attivisti che chiedevano a gran voce l' introduzione del fair trade coffee nei sui coffee shop. Il problemaè che Starbucks, nonostante il suo tentativo di presentarsi come società simpatizzante per le cause ambientalistiche e per la difesa dei diritti dell' uomo, relega il caffè fair trade alla sola vendita di caffè non macinato e ha offerto questo tipo di caffè nei suoi bar solo una volta nell' arco di nove mesi. Un comportamento che secondo alcuni denota la falsità del proclama dell' azienda di Seattle.

Maria Sturani

 

Questo articolo è stato pubblicato sul GAZZETTINO di giovedì 30 marzo 2000

Autocontrollo prodotti alimentari

Il gruppo-consorzio torrefattori triveneti di caffè comunica che con il 31 di marzo entra in vigore per tutte le aziende dell' alimentazione, comprese ovviamente le torrefazioni, il D.Lgs 155/97 sull' autocontrollo dei prodotti alimentari con il sistema HACCP. Detta Associazione ha predisposto l' obbligatorio"Manuale di corretta prassi igienica" , specifico per le torrefazioni, approvato dal MINSANITA'. Esso può essere richiesto alla sua Segreteria, via Fortunio 1, 34141 TRIESTE. Detta Organizzazione, a tutela del consumatore, ha istituito il "Certificato di qualità" per contraddistinguere le migliori miscele di caffè torrefatto. Inoltre ha registrato il marchio "Espresso italiano di qualità" per le bevande caffè preparate da esperti baristi, con macchine di marche collaudate, usando le sopraccitate miscele

 

Tratto da "IL GAZZETTINO" del 20 SETTEMBRE1999

Caffè, nella tazzina concentrato di energia!

E' una bevanda molto gradevole che, se assunta con moderazione, tonifica e aiuta a stare meglio.

Una tazza di caffè ti cambia la vita. Magari non in modo radicale, ma di certo ti aiuta a vivere meglio. Dal punto di vista nutritivo il caffè non è un alimento indispensabile per il nostro organismo. Tuttavia, alcune sostanze in esso contenute provocano effetti benefici negli organi. Naturalmente, come per ogni alimento, è necessario non farne abuso e non consumarne una quantità smoderata, se non si vogliono ottenere inconvenienti dovuti all' abuso. L' abitudine a consumarlo quotidianamente non comporta assuefazione anche dopo lunghi periodi. Qui di seguito elenchiamo alcuni degli effetti più frequenti da esso prodotti sul nostro organismo. Il caffè, infatti è una sostanza così detta "nervina", che agisce in genere, sui centri nervosi, provocando un senso di benessere generale, spronando ad essere maggiormente vigili ed attivi sul lavoro non solo fisico, ma anche e soprattutto in quello che richiede maggiore prontezza di riflessi. Tale stimolazione proviene dalla "caffeina", in combinazione con l' acido caffetaninnico (miscela di vari acidi tra qui l' acido clorogenico e l' acido caffeico).Una tazzina di caffè contiene circa 5 cg. Di caffeina e la sua azione eccitante, che si protrae da una a due ore dopo averla bevuta, agendo sul sistema nervoso celebro-spinale, provoca un risveglio delle facoltà mentali, allontana la sonnolenza, la noia, la stanchezza anche quella psichica, gli stati depressivi, potenzia le capacità della memoria, dell 'apprendimento del intuizione e della concentrazione, facilità la percezione degli stimoli sensoriali, attenua le cefalee e le emicranie in genere. La sua azione benefica arriva anche al cuore perciò nella farmacoterapia essa è usata come cardiotonico.
Inoltre la caffeina potenzia il tono arterioso, senza alterare la pressione, migliorando anche la circolazione delle coronarie. Va tenuto presente che le azioni sul cuore sono del tutto secondarie, e non sono rilevabili nelle dosi usuali di 2-3 tazzine. Ciò vale soprattutto per quelle che possono essere considerate le azioni negative, cioè la tachicardia. Anche i polmoni beneficiano dell' azione stimolante della tazzina di caffè.
In essi si determina un potenziamento della dilatazione dei bronchi, della ventilazione polmonare, che facilitano una migliore respirazione.
Sul gran simpatico stimola i nervi vasomotori e dunque facilità la digestione.
Ecco perché il caffè, oltre che bevanda energetica del risveglio mattutino, è utile al pranzo ed alla cena, in quanto agisce sulle pareti dello stomaco, favorendo la secrezione dei succhi gastrici, avviando e migliorando il processo di digestivo.
Nel fegato attiva la produzione della bile e la contrazione della cistifellea. Negli intestini coadiuva i movimenti, migliorandone le funzioni. Altri effetti positivi della buona tazza di caffè si riflettono sulle reni, dove si ottiene la
dilatazione delle arterie renali ed il conseguente potenziamento della diuresi

PRINCIPALI COSTITUENTI CHIMICI DEL CAFFE’

Quantità % sul secco

arabica

robusta

verde

tostato

verde

tostato

Caffeina

0.9-1.2

1

1.6-2.4

2

Minerali

3-4.2

3.5-4.5

4-4.5

4.6-5

Proteine

11-13

13-15

11-13

13-15

Grassi

12-18

14.5-20

9-13

11-16

Oligosaccaridi

6-8

0-3.5

5-7

0-3.5

Acqua

10-13

1-5

10-13

1-5

 

Stralcio da: "Il Giornale" 15 agosto 1997.

Che il caffè sia buono è dimostrato dall' uso che ne viene fatto in tutto il mondo Che faccia bene è stato dimostrato negli ultimi decenni in approfonditi studi a livello internazionale. Recentemente la Fosan(fondazione per lo studio degli alimenti e della nutrizione )ha dedicato un' intera giornata di approfondimento scientifico sull' argomento e ne sono emerse novità interessantissime. Ne citiamo le più rilevanti.
La caffeina, sostanza del gruppo delle <<metilxantine>>,(alcaloidi contenuti sia nel caffè sia nel te e nel cacao)ha un' azione nervina proporzionata alla quantità, per cui la dose consentita a tutte le persone sane consiste in 2-3 mg per Kg di peso corporeo equivalenti a 3-5 tazzine al giorno.
La caffeina non passa le membrane biologiche, ma passa attraverso la placenta e nel latte materno.
Un quantitativo appropriato di caffè non solo, non arreca alcun danno al fegato, ma anzi ha azione protettiva.
La caffeina ingerita, nel nostro corpo, ha vita breve in quanto è smaltita rapidamente, ciononostante non andrebbero mai superate le 10 tazzine al giorno equivalenti a circa 700mg di caffeina che costituisce una dose farmacologica.
La sua azione energetica stimolante è tanto efficace che in campo medico sportivo è considerato <<doping>> un dosaggio nel sangue o nelle urine superiori a 12 milligrammi per litro. E' un eccezionale <<tiramisù>> in quanto migliora la vigilanza, l' attività ripetitiva, aumenta la stimolazione del cuore e del sistema nervoso, molto utile in caso d' esigenze, sia fisiche sia mentali, impegnative. Non a caso la pausa caffè è ormai prevista in tutti i congressi e nei vari posti di lavoro.
Il tempo che impiega la caffeina a perdere la sua azione, va dalle 2,5 alle 4,5 ore che si dimezzano nei fumatori e raddoppiano nelle donne, in particolari momenti ormonali come nella fase d' ovulazione e del ciclo o se prendono la pillola. La caffeina ha anche una dimostrata azione anti dolorifica sulla cefalea, in quanto oltrepassando la barriera ematoencefalica,(ovvero il sistema farmacologico di protezione del cervello)e determinando una leggera vasodilatazione, provoca una decompressione per espulsione di liquidi. Tanto è vero che è presente in molti farmaci specifici per emicrania e cefalea.
La medesima vasodilatazione arreca giovamento a chi soffre di cattiva circolazione, soprattutto capillare, e di cellulite, tanto da essere componente di molte creme specifiche.
Nota ormai da tempo, anche l' azione antiasmatica conseguente alla dilatazione dei piccoli bronchi, come pure l' effetto di sgonfiare per aumento della diuresi e quello lievemente dimagrante, per aumento della termo dispersione da attivazione del metabolismo. Agisce anche sulla pressione arteriosa con effetto ipotensivo nei consumatori abituali con un andamento inversamente proporzionale alle dosi(più caffè meno pressione).

Chi invece ne fa uso occasionale ottiene un certo rialzo pressorio dopo la terza quarta tazzina.

 

Un' ottima miscela di caffè che arriva perfetta al preparatore può essere trasformata in una bevanda deliziosa o in un pessimo intruglio, tanto è importante il ruolo delle attrezzature e l' abilità dell' esecutore.
Stralcio dalla rivista "l' assaggiatore" Maggio '96.

E' basilare che un buon caffè macinato esca dalle macine ad una temperatura inferiore ai 45-50°C indifferentemente che sia a macine coniche o piane.
Temperature superiori possono alterare irrimediabilmente il contenuto proteico, con un risultato in tazza di caffè amari e astringenti, in ogni caso sgradevoli. E' molto importante nella fase di regolazione della macinatura, osservare come i caffè meno tostati quindi meno cotti, necessitano di una macinatura più grossolana, con granuli di diametro maggiore, mentre per i caffè più tostati avremmo bisogno di una macinatura più fine per ottenere una maggiore quantità di "impalpabile".
Al variare delle miscele, dopo la macinatura, l' effetto d' ossidazione del caffè è presso ché uguale.
La dosatura del caffè deve essere costante: il variare, anche di mezzo grammo, la quantità di caffè nel portafiltro, può modificarne l' aspetto ed il gusto. Inoltre il macinadosatore deve poter contenere quantità di caffè macinato diverse in base alla produzione di caffè, onde evitare che rimangano nell' apposito contenitore dosi inutilizzate per lungo tempo. Il caffè, macinato subisce alterazioni e ossidazioni molto rapide, in funzione dell' umidità del calore, luce e degli odori presenti nell' ambiente circostante. Un buon macinato deve evidenziare una composizione granulometrica con un campo di diametri compresi tra i 160 ed i 580 a micron con percentuali elevate nel campo mediano, valgono a dire tra i 200 ed i 300 micron e percentuali basse nei due estremi del campo. Il mantenimento nel tempo di queste caratteristiche granulometriche ci dà la certezza della bonta dei coltelli delle macine e della perfetta assialita delle stesse che devono sempre lavorare alla medesima distanza le une dalle altre.
Ottenuta la macinatura e disposta la giusta dose di caffè nel portafiltro che dovrà avere una temperatura di 76-80 °C., si dovrebbe procedere alla sua opportuna pressatura per evitare, all' atto dell' innesto del portafiltro, che il panello di caffè non sia uniforme e d' uguale spessore in ogni punto. A questo punto, si aggancia il portafiltro al gruppo erogatore, che dovrà essere ad una temperatura di 89-92°C. e si procede all' erogazione dell' acqua. La pressione in caldaia della macchina e la temperatura del gruppo, varieranno anche in modo sensibile da 0,9 a 1,2 bar secondo le miscele e della loro tostatura. Abitualmente il caffè arabico vengono estratti con pressioni e temperature più basse rispetto ai robusta. I caffè colombiani, per la loro naturale delicatezza, sono tra i più difficili da estrarre. Sovente piccole variazioni di temperatura possono compromettere l' ottenimento di un buon espresso.
La macchina da caffè ideale è quella che mantiene il più possibile costante nel tempo le temperature e quindi, quella che ha un volano termico tale da poter ottimizzare l' estrazione, sia a bassi volumi sia a picchi molto elevati d' erogazioni. Tutto ciò a prescindere dal numero dei gruppi. E' evidente come nelle macchine da caffè presenti sul mercato, la caldaia unica, che serve ad ottenere acqua calda e vapore per i servizi e nello stesso tempo riscalda per induzione l' acqua che dovrà attraversare il panello di caffè, sia un limite. La necessità di ottenere maggior quantità di vapore o il continuo prelievo d' acqua dalla caldaia, non possono che compromettere la bilanciatura del circuito termo-idraulico, a discapito della buona tazzina di caffè.
Nelle macchine di nuova concezione si applica la soluzione a due caldaie separate di cui una di capacità maggiore per i servizi e l' altra, di minori dimensioni da utilizzare solo per i caffè. Inoltre per un' ottimale bilanciatura termica, si è badato a riscaldare separatamente i gruppi ed il beccuccio d' erogazione.
Tutte queste variabili, unitamente alle regolazioni della quantità di caffè e del tempo d' infusione, sono tarate elettronicamente quindi con margini d' errore molto limitati che danno alle macchine super automatiche un grado di flessibilità non paragonabile alle macchine tradizionali.
L' acqua ideale per ottenere un buon prodotto in tazza dovrà avere una durezza di 8-10° francesi e un pH neutro, tale da consentire di ottenere un caffè in tazza con un pH di 5,2-5,5°. Si consiglia quindi di usare rubinetterie e condutture in materiali che non alterino il pH.
La presenza di cloro nelle condutture, non potrà che danneggiare la crema del caffè e variarne il gusto; essendo infatti, il caffè composto dal 38% di cellulosa, tale solvente ne sciogliera una gran quantità. Al momento dell' erogazione il sistema termo-idraulico della macchina dovrà inumidire il panello con acqua calda e vapore a 92-95°C. per un tempo di 4-6 secondi per sciogliere e cuocere le parti molto nobili del caffè(ogni grammo di caffè assorbe in questo tempo quattro cc d' acqua). Questo tempo è chiamato tempo d' infusione. La portata dell' acqua aumenterà poi, sino a raggiungere gli 1,3 cc per secondo per una tazza di caffè e 2,6 cc per secondo per le due tazze; il tutto con una pressione sul pannello di caffè di nove bar.
Il tempo d' erogazione, di uno o due caffè espressi avviene in 22-25 secondi e dovrà essere raccolto in tazze costruite in materiale che non sia conduttore di calore.
Ecco in tazza la fragrante e deliziosa bevanda!
E' evidente che il perfetto funzionamento della macchina in termini di resa termo-idraulica (compromessa da ostruzioni causate da calcare e/o sporco),di tenute idrauliche(guarnizioni del portafiltro e tenuta dei gruppi)e ancor più il perfetto funzionamento del pompante per garantire la pressione costante, daranno un ottimo risultato in tazza.
Altrettanto valore, per la resa termodinamica, avrà una buona caldaia d' idoneo spessore e dimensione che
dovrà contenere 2/3 d' acqua ed 1/3 di vapore

Inserto del corriere della sera N° 35 del 27 settembre 1993

L' organizzazione mondiale della sanità ha definito il caffè come un elemento dietetico non nutriente. In realtà è assai più di questo, sia per la sua capacità di dar tono sia perché, per molti di noi, rappresenta soprattutto un' abitudine, un piacere, un modo per iniziare la giornata o per interrompere il lavoro o un pretesto per scambiare quattro chiacchiere con un amico.
Il caffè è talmente radicato nelle nostre abitudini che lo consideriamo addirittura una specie di bevanda nazionale, tanto che, secondo una ricerca della Demoskopea del 1986, solo il 10 per cento della popolazione Italiana non ne consuma mai. In Italia ne sono bevute 90 milioni di tazzine al giorno e nel mondo, un miliardo e mezzo. Da queste cifre si capisce perché sia così importante riuscire a definire gli effetti del caffè sull' organismo.
Purtroppo, però, non è per nulla semplice isolare questi effetti da quelli legati ad altre abitudini, quali ad esempio il fumo. Si tratta, pertanto, di una ricerca assai complessa, anche perché è difficile riuscire a definire i reali consumi di caffè, e caffeina, sia per la disuguaglianza delle misure utilizzate, sia per la disomogeneita della composizione della bevanda che dipende dal tipo di preparazione, dalla varietà dei chicchi utilizzati, dalla tecnica di torrefazione, dalla quantità di polvere utilizzata e così via.
C'è poi un altro aspetto da rilevare: la maggior parte degli effetti attribuiti al caffè sono in realtà riconducibili alla caffeina che, però non è l' unica sostanza attiva del caffè in quanto ce ne sono un centinaio che possono avere effetti diversi sull' organismo.
Tuttavia in base alle attuali conoscenze, si può in ogni modo cercare di rispondere ad alcuni fra i più comuni quesiti riguardanti caffè, caffeina e salute.

E' vero che il caffè non fa dormire?

Fra gli effetti più noti del caffè, o meglio della caffeina, vi è la sua capacità di tirar su e questo è senz' altro uno dei motivi per cui si beve. Infatti, la caffeina, alle dosi abitualmente consumate con il caffè, stimola la vigilanza ovvero la capacità di mantenere costante l' attenzione eseguendo compiti lunghi e monotoni e a piccole dosi, ha effetti positivi sull' umore, soltanto nei saltuari può invece provocare tensione e nervosismo.
L' effetto della caffeina risulta tanto più marcato quanto minore è lo stato di veglia, mentre, se la vigilanza è al massimo, la caffeina non è in grado di influenzarla ulteriormente. Ecco spiegato perché il caffè preso il mattino o subito dopo mangiato, quando si verifica una diminuzione della vigilanza, ha maggiori effetti stimolanti. Se ne deduce che se è bevuto poco prima di andare a letto, quando pure si ha una diminuzione dello stato di veglia, la caffeina può effettivamente avere effetti negativi soprattutto sulla prima parte del sonno.
Tuttavia, dipende molto dalla variabilita e dalla predisposizione individuale, oltre che dall' abitudine o meno al caffè: sembra, infatti che i forti consumatori di caffè dormano come coloro che ne assumano basse dosi o non ne consumano per nulla. C'è però da ricordare che, in genere, le persone anziane sono più suscettibili agli effetti della caffeina, in altre parole accusano disturbi maggiori a dosi più basse.

E' vero che non c'è alcuna controindicazione all' uso del caffè in una dieta dimagrante?

Sì, dato che l' apporto calorico del caffè è del tutto irrisorio, a meno che, ovviamente, non sia aggiunto zucchero. C'è inoltre da rilevare il ruolo positivo svolto dalla caffeina nello stimolare il consumo calorico sia nei soggetti di peso normale, sia negli obesi. Sembra, addirittura che la somministrazione di 450 mg di caffeina(pari circa a cinque tazzine di caffè), comporti un aumento del dispendio energetico complessivo di: 80-150 calorie il giorno con un effetto meno marcato nei soggetti di peso normale, e più evidente in coloro che sono stati obesi. Tuttavia, non tutti i ricercatori concordano su questo punto, anche perché l' effetto dipenderebbe molto della variabilita individuale oltre che dall' abitudine o meno di bere caffè.

E' vero che al caffè, o alla caffeina, vanno riconosciuti alcuni pregi?

A parte il fatto che da secoli è utilizzato per i suoi effetti stimolanti sul sistema nervoso centrale e per la sua efficacia nel diminuire la sensazione della fatica fisica, il caffè oltre ad essere una buona fonte di potassio, ha anche altri effetti positivi. Infatti, determina una broncodilatazione nei giovani asmatici e un suo consumo moderato ritarda la comparsa del dolore anginoso nelle persone sofferenti di cuore. Inoltre, una tazzina di caffè assunta dopo mangiato previene l' insorgenza dell' ipotensione postprandiale nelle persone anziane.
La caffeina, poi, per il suo effetto costrittore sui vasi cerebrali, trova impiego nel trattamento d' alcuni tipi emicrania ed è anche utilizzata sia per neutralizzare l' effetto di certi farmaci che agiscono reprimendo il sistema nervoso centrale sia per la cura dei bambini iper attivi, sui quali sembra addirittura che abbia effetto calmante. Per finire, la caffeina può essere d' aiuto nel trattamento dell' apnea neonatale ed è sempre usata come analgesico.

E' vero che il caffè ha un effetto diuretico?

Sì, ma soprattutto in chi non è abituato a berne, mentre nella gran parte dei bevitori quest' effettoè annullato. E' vero che chi è abituato a bere caffè può andare incontro a dei disturbi sospendendone repentinamente il consumo?Ad alcuni può accadere di avvertire qualche sintomo d' astinenza, come mal di testa o nausea, sintomi che però non durano a lungo. I forti bevitori possono ridurre la quantità di caffè o passare al tipo decaffeinato senza particolari difficoltà, soprattutto se lo fanno con gradualità.

E' vero che il caffè rappresenta un fattore di rischio nelle malattie cardiovascolari?

Per molti anni si è sospettata l' esistenza una associazione tra consumo di caffè e malattie cardiovascolari, in particolare la malattia coronarica.
Gli studi condotti a tale proposito hanno dato risultati spesso contrastanti, in quanto alcuni avrebbero evidenziato un rischio moderato per chi consuma elevate quantità di caffè, mentre altri non avrebbero confermato questo risultato.
In particolare, riguardo al presunto legame fra aritmie e caffeina, recenti studi effettuati su persone sane sia su persone affette da ischemia del miocardio avrebbero portato a concludere che la caffeina, in dosi di 300-500mg circa(pari a 3-5 espressi)non provoca aritmie. Non sì può però escludere che esistano rari individui particolarmente sensibili agli effetti della caffeina e neppure che essa, a dosi particolarmente elevate, non sia effettivamente aritmogena.
Riguardo poi alla pressione sanguigna, sembra che la caffeina, se assunta secondo normali abitudini di consumo, possa produrre al massimo un aumento della pressione arteriosa di 1-4 mm di mercurio, un aumento non certo preoccupante se si considera lo stare in piedi, il parlare o il salire le scale produca aumenti della pressione di maggiore entità.
Per quanto concerne il colesterolo si è parlato di un possibile effetto negativo del caffè che, tuttavia, sembra legato soprattutto a un particolare metodo di preparazione, utilizzato in Norvegia e nelle regioni settentrionali dei paesi scandinavi, dove la polvere di caffè fatta bollire in acqua senza filtrazione.
Con questo procedimento, a differenza di quanto avviene con altri modi di preparazione fra cui il nostro moka e l' espresso, viene favorito il passaggio nell' acqua di una componente grassa che s' ipotizza essere causa dell' innalzamento del colesterolo nel sangue.
In sostanza, quindi a patto che non si esageri, il caffè non rappresenta un fattore di rischio per le malattie
cardiovascolari.

E' vero che il caffè aumenta il rischio del tumore?

Sembra proprio di poterlo escludere, soprattutto per quanto riguarda le neoplasie della cavita orale, dell' esofago, dello stomaco, del fegato, del seno, dell 'ovaio, del rene, del sistema linfatico, e anche del pancreas.
Resta solo qualche dubbio a proposito del tumore della vescica, anche se l' aumento d' incidenza nei consumatori appare assai modesto e non legato alla durata del consumo. Al contrario, c'è da segnalare come,
nel caso del cancro al colon retto, il caffè sembri addirittura svolgere un ruolo protettivo.

E' vero che il caffè può influire sulla fertilità o sullo stato di salute del nascituro?

La caffeina, è stata accusata di ridurre la fertilità femminile e si è anche ipotizzata una relazione tra, malformazioni congenite e consumo di caffè o di caffeina da parte della madre.
In particolare, nel 1980 la FOOD and DRUG ADMISTATION, basandosi sul risultato di una ricerca nella quale, dopo la somministrazione di caffeina, ratte gravide avevano partorito ratti deformi, aveva sostenuto la necessità di limitare la caffeina in gravidanza. Alle ratte, tuttavia, era stata somministrata una dose esorbitante di caffeina(fino all' equivalente di 87 tazzine di caffè assunte contemporaneamente); quando, invece, l' assunzione di caffeina era pari a quella contenuta in quattro, otto, o perfino 28 tazzine di caffè non accadeva alcuna malformazione.
Anche altri studi, assai rigorosi, non hanno evidenziato alcuna correlazione tra malformazioni e consumo di caffè e caffeina da parte della madre. Ciò non togli che, durante questo particolare periodo, sia prudente moderare il consumo di caffè. Riguardo, poi al ritardato concepimento e all' infertilita questi sembrano
ragionevolmente non essere correlati con il consumo di caffè e caffeina.

Quando è consigliabile limitarne il consumo?

Il medico può raccomandare di evitare o limitare la caffeina, e quindi anche il caffè, quando siano presenti problemi d' ipertensione o in caso d' attacchi cardiaci recenti o di aritmia, dato che, in alcuni soggetti, la caffeina può causare extrasistoli o temporanei rialzi della pressione.
Lo stesso consiglio vale anche nel caso dell' ulcera peptica dato che il caffè, sia normale che decaffeinato, stimola la secrezione acida gastrica aggravando ulcere preesistenti. Ancora, può essere consigliabile ridurre o evitare il caffè quando siano presenti bruciori di stomaco, insonnia, stati d' ansia e nei periodi della gravidanza e
dell' allattamento(il caffè passa nel latte e quindi può influire negativamente sul sonno del bambino).

A parte situazioni particolari, quale può essere considerata una dose accettabile?

E' difficile rispondere a questa domanda, sia perché dipende dalla variabilita individuale sia perché il caffè ha delle caratteristiche troppo poco omogenee: per esempio, il caffè bevuto nel nord Europa è molto più diluito del nostro, anche perché lo si considera una sorta di bevanda dissetante da bere sia durante i pasti che nell' arco della giornata. E' ovvia quindi la difficoltà di quantificare una dose accettabile esprimendola sotto forma di tazze o tazzine. Ma, pur considerando soltanto il caffè bevuto in Italia, la sua composizione varia anche in base al metodo di preparazione. Prendiamo per esempio la caffeina. Contrariamente a ciò che molti pensano, il suo contenuto è maggiore nel caffè preparato con la moka rispetto a quello espresso che, a sua volta, contiene meno caffeina se è di tipo ristretto o normale anzichè lungo, dato che, in quest' ultimo caso, la maggior quantità d' acqua estrae più sostanze dalla miscela.

E se volessimo definire una dose tossica?

Potremmo farlo, rifacendoci, ancora una volta, alla caffeina. La dose di caffeina che provoca la comparsa di segni di tossicità è pari a 10 mg per KG di peso corporeo.
Ammettendo di utilizzare 6-7 grammi di polvere di caffè per tazzina, si arriva ad un contenuto medio di caffeina pari a 50-100 mg di caffè. Questo significa che, per un uomo di 70 KG, si raggiungerebbe la dose tossica ingerendo, contemporaneamente, 7-8 tazzine di caffè contenenti ciascuna 100 mg di caffeina, uno dei valori più
alti per la singola dose di caffè all' Italiana.

Quindi il caffè è un prodotto sicuro?

Rispondiamo con le parole del professor Garattini, direttore dell' Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, che nel libro << Caffeine, coffee and health >> recentemente pubblicato da Raven Press, afferma che le informazioni disponibili fino ad oggi sono rassicuranti riguardo alla sicurezza del caffè, soprattutto quando sia assunto con moderazione.

E il caffè decaffeinato che cos' è?

Si tratta di caffè dal quale attraverso procedimenti diversi, è estratta la caffeina in modo tale che il suo contenuto per tazza risulta molto basso, inferiore cioè, ai 5 mg.

Cosa c' è in una tazzina di caffè?

Qui sotto, il contenuto in caffeina di alcune bevande. Per quanto riguarda il caffè, la quantità presente varia secondo il metodo di preparazione che è stato utilizzato.
Quantità medie di caffeina mg

Una tazzina di caffè espresso 45/100
Una tazzina di caffè filtro 60/120
Una tazza di te 20/70*
Una lattina di bibita tipo cola 35/75
Una tazza di cioccolata 10


*dipende dal tempo d' infusione: dopo venti minuti il contenuto di caffeina del te può eguagliare quello del caffè.
 
 
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